Le Tradizioni Natalizie in Giappone: Un Natale Diverso (Molto Diverso!)

Pubblicato il 22 dicembre 2024 alle ore 20:08

 

Il Natale in Giappone è una celebrazione unica nel suo genere, lontana dalle radici religiose occidentali e caratterizzata da elementi culturali e commerciali che ne fanno una festività affascinante e originale. Anche se il Giappone non è un paese cristiano (una ridottissima percentuale, stimata tra l'1% e il 3,5% della popolazione, si identifica come cristiana), il Natale è diventato popolare a partire dal XX secolo, acquisendo però un significato completamente diverso. Ma come è iniziata questa tradizione?

Quando, come e perché il Natale è arrivato in Giappone?

Le prime tracce del Natale in Giappone risalgono al XVI secolo, quando i missionari gesuiti, guidati da San Francesco Saverio, introdussero il cristianesimo nell’arcipelago, arrivando a fondare la prima comunità cristiana nell’isola di Kyishu. Ai Gesuiti - sostenuti nella loro azione di evangelizzazione dal Portogallo - si affiancarono ben presto i frati francescani e domenicani - appoggiati dalla Spagna -, fino a che lo Shogunato Tokugawa riconobbe nell’operato dei gesuiti un’indebita ingerenza politica e una minaccia alla stabilità del proprio potere. Nel periodo Edo (1603-1868), il cristianesimo fu definitivamente bandito e qualsiasi celebrazione associata a questa religione scomparve per secoli. 

Fu solo durante il periodo Meiji (1868-1912), con l’apertura del Giappone al mondo occidentale, che le tradizioni natalizie cominciarono a riaffiorare tra gli stranieri residenti e nei circoli sociali più cosmopoliti, ma il Natale come lo conosciamo oggi iniziò a diffondersi realmente solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie all'importazione di modi e usi occidentali veicolati dalla pubblicità. L'assenza di tradizioni autoctone, infatti,  permise alla fantasia di brillanti pubblicitari e imprenditori intraprendenti di riempire il vuoto con nuove "tradizioni natalizie", veicolate da campagne di marketing e improntate ad un modello prettamente consumistico. Dagli anni '70 in poi l'idea di celebrare il Natale come una festa di impronta romantica e  commerciale cominciò così a radicarsi nella cultura giapponese.

Le Tradizioni Natalizie Giapponesi

Viste le premesse, non dovremo meravigliarci dell'apparente bizzarria di queste usanze. Tra le più comuni, ne ricordiamo qui alcune.

1. La Cena di Natale col pollo fritto da KFC: una delle tradizioni più curiose è quella di ordinare pollo fritto per la cena di Natale. Tutto ebbe inizio negli anni '70, più specificamente nel 1974, con una brillante campagna pubblicitaria di KFC, che rese il pollo fritto il piatto simbolo della Vigilia di Natale. Grazie all’ormai leggendario  slogan “Kurisumasu ni wa kentakkii!” (Kentucky for Christmas), la campagna "Kentucky for Christmas", la cui origine si perde ormai nella leggenda, convinse molti Giapponesi del fatto che mangiare pollo fritto fosse la scelta perfetta per celebrare in stile occidentale. Tutt'oggi prenotare da KFC il proprio bucket di pollo in edizione speciale natalizia con settimane (o addirittura mesi) di anticipo è quasi d'obbligo!

2. La Christmas Cake: un altro simbolo immancabile è la Kurisumasu keki (Christmas Cake), una sponge cake con una bagna di sciroppo di zucchero, ricoperta di panna montata e decorata con fragole. Secondo alcuni questa tradizione intendeva inizialmente rappresentare la torta di compleanno di Gesù. Essendosi diffusa nel periodo del boom economico successivo al secondo dopoguerra, più realisticamente la Christmas Cake era vista come un simbolo di prosperità e benessere, dato che gli ingredienti come latte, zucchero, burro e uova erano stati irreperibili durante la guerra e nell'immediato periodo post bellico. Disporne ora significava ritrovare una condizione di normalità e serenità dopo le privazioni e le sofferenze degli anni precedenti e avvicinarsi all'immagine di felice abbondanza proiettata dal modello americano vittorioso.

Ma quale che sia stata la molla scatenante di questa usanza, è certo che essa presenta le caratteristiche ideali per divenire un simbolo di gioia festiva: i suoi colori (che ricordano il bianco e il rosso della bandiera nazionale), gli ingredienti appetitosi (che propiziano la felicità e l’abbondanza ), la possibilità di condividerne una fetta con le persone care, ne fanno un perfetto dessert dolce che tutti possono apprezzare, indipendentemente dal loro credo religioso.

3. Le Luci Natalizie e gli Spettacoli di Illuminazioni: similmente a quanto avviene nel resto del mondo, durante il periodo natalizio molte città giapponesi si accendono di spettacolari giochi di luci conosciuti come Winter illumination events. Da Tokyo a Osaka, da Kanagawa a Nagoya, in tutto il Paese i giardini, i parchi e le strade si trasformano in paesaggi incantati, attirando coppie e famiglie, e in anni più recenti folle di turisti stranieri. Le illuminazioni hanno infatti una estensione e una ricchezza incredibili, accompagnate da una creatività e una varietà di stili che non finisce mai di stupire i visitatori. La loro popolarità è tale che, a differenza dei nostri centri urbani, in alcuni casi gli spettacoli di luci non si limitano al periodo festivo, ma restano in allestimento dagli inizi di ottobre fino al giorno di San Valentino. 

4. Il Natale come Festa Romantica: è probabilmente la differenza più scioccante dal punto di vista occidentale. Mentre altrove questa festività è indissolubilmente legata all'idea di festa in famiglia nel tepore delle mura domestiche, e per i credenti la Vigilia è sinonimo di messa di mezzanotte in attesa della nascita di Gesù, in Giappone il 24 dicembre è più simile a un San Valentino invernale che a una festa religiosa. Le coppie trascorrono infatti la Vigilia cenando in ristoranti di lusso, passeggiando sotto le luci festive e scambiandosi regali (mentre è molto raro che lo scambio di doni avvenga tra amici e parenti). Il periodo natalizio a Tokyo è un'occasione per celebrare l'amore romantico piuttosto che la famiglia, che è invece al centro delle tradizioni di Capodanno.

Contrasto tra Natale e Capodanno

Come abbiamo visto, il Natale giapponese è una festa moderna, consumistica e romantica, senza reali legami con le autentiche radici popolari e il calendario non lo riporta tra le feste nazionali. Il Capodanno (Shōgatsu) è, invece, la vera festività tradizionale del Paese del Sol Levante. Questo periodo è dedicato alla famiglia, alla riflessione spirituale e alla purificazione per accogliere l'anno nuovo, e riflette pienamente la spiritualità e la filosofia della nazione.

L'apparente contraddizione tra queste due celebrazioni può sembrare ad alcuni stridente, ma da un diverso punto di vista può essere interpretata come perfetta espressione dell'adattabilità della cultura giapponese nell’assimilare influenze esterne pur mantenendo salda la propria identità.

Il Natale nella lingua giapponese

Infine, qualcuno potrà chiedersi come si dice Natale in giapponese. Essendo stato assorbito nella cultura locale solo in epoca recente, il Natale non trova spazio nel vocabolario giapponese. Come molti avranno già intuito, non esiste una parola giapponese per indicare questa festività né ovviamente un kanji adatto a rappresentarlo, e l'augurio più utilizzato in questo periodo dell'anno è una versione "giapponesizzata" dell'inglese "Merry Christmas", scritta in katakana ( i simboli utilizzati per scrivere le parole straniere). E perciò... "Merii Kurisumasu" a tutti! 

メリークリスマス!

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