Il Crisantemo nella cultura giapponese: simbolo di una vita lunga e felice

Pubblicato il 19 ottobre 2024 alle ore 20:29

Storia e significato del crisantemo nella cultura giapponese

I crisantemi sono tra i fiori maggiormente coltivati e diffusi al mondo e in ogni cultura assumono un peculiare significato. In Italia sono associati al ricordo dei defunti il 2 novembre, grazie alla loro fioritura autunnale, ma nella maggior parte degli altri Paesi assumono una connotazione positiva e solare, come sembra indicare il loro stesso nome: fiore d’oro (dal greco khrysánthemon, composto di khrysós ‘oro’ e ánthemon ‘fiore’). In Australia, ad esempio, vengono regalati per la Festa della Mamma, mentre nel Regno Unito sono i fiori tradizionalmente donati in occasione di una nascita. In Corea sono ugualmente associati alla celebrazione della vita e quindi utilizzati nelle occasioni più gioiose. Ma forse in nessun’altra cultura come in quella giapponese questo fiore è amato e celebrato.

 In Giappone il Crisantemo fu inizialmente importato attraverso la penisola coreana dalla Cina, dove era già coltivato nel XV secolo a.C. per le sue proprietà curative ed insieme a orchidea, bambù e susino asiatico, era annoverato tra i “Quattro Nobili”.

La cosiddetta “margherita a sedici petali” mise radici profonde nel Paese del Sol Levante, tanto che nel XII secolo l’imperatore Go-Toba lo scelse come proprio simbolo, cosicché ancor oggi la casa imperiale nipponica è conosciuta con il nome di Trono del crisantemo. Nulla di più appropriato, dato che il crisantemo giallo a sedici petali, così simile ad un sole radioso, rappresenta perfettamente la mitica discendenza della famiglia imperiale da Amaterasu, la Dea del Sole.

Il Supremo Ordine del Crisantemo, fondato dall'Imperatore Meiji, è il più alto ordine cavalleresco del Giappone, e rappresenta tuttora la più alta onorificenza che possa essere conferita ad un cittadino giapponese non appartenente alla Famiglia Imperiale.

Ancor oggi il kiku (菊, crisantemo) gode di un’immensa popolarità, essendo rappresentato in forma stilizzata su monete e passaporti o in forme più artistiche ed elaborate su stoffe e dipinti. Il Kiku no sekku (Giorno dei crisantemi) è una delle cinque festività maggiori del Giappone: si celebra tradizionalmente il 9 settembre, cioè nel nono giorno del nono mese, in coincidenza con l'inizio della stagione fredda, perché nella corolla del crisantemo è ravvisata l'immagine del disco solare circondato dalla sua corona di raggi. La fioritura del crisantemo, che sboccia nel freddo mentre il resto della natura sembra addormentarsi, viene così a rappresentare la potenza vitale del sole, capace di rinnovarsi anche nel momento in cui la sua forza sembra affievolirsi. Ad essa è quindi associata anche l’idea di ringiovanimento e di longevità: da qui l’antica usanza, nel “Giorno del Crisantemo”, di strofinarne la linfa vegetale sulla pelle nella speranza di preservare la giovinezza della persona o quanto meno di assicurarne la longevità.

I sakura primaverili, i delicati fiori di ciliegio destinati a sfiorire in breve tempo nel vento, rappresentano la bellezza struggente e caduca della condizione umana, preziosa proprio perché transitoria. Al contrario i crisantemi simboleggiano la forza e la pienezza del raccolto autunnale e sono quindi auspicio di una vita lunga e felice. Non stupisce, perciò, la loro diffusione nella cultura popolare giapponese, financo negli aspetti più inattesi. I crisantemi sono tra le immagini maggiormente impiegate nei manga, i fumetti giapponesi, sia per la bellezza della loro rappresentazione grafica che per il loro simboleggiare la forza e la persistenza dei sentimenti; ma sono anche tra i soggetti preferiti per i tatuaggi tradizionali degli yakuza (i gangster giapponesi), che desiderano portare sulla propria pelle un auspicio così potente di forza, longevità e prosperità.

Non poteva infine mancare un posto d’onore nella letteratura. Innumerevoli sono gli esempi, a cominciare dalla poesia tradizionale. Così ad esempio ne scrive Takahama Kyoshi (1874-1959):

盛んなる菊の面影残りけり

sakan naru kiku no omokage nokori keri

"Nel crisantemo sfiorito,

non resta forse

qualche cosa?"

E chiunque abbia mai maneggiato questi preziosi fiori sa che, anche sfioriti, qualcosa resta in loro: il profumo, ancor più forte nei fiori appassiti che nella piena fioritura.

Così come persistono sentimenti e ricordi nel cuore degli uomini.

 

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